Italia - “Lontano”
quarto lavoro discografico del cantautore Massimo Donno
quarto lavoro discografico del cantautore Massimo Donno
22/08/2022
Italia - Comunicato stampa In uscita venerdì 24 giugno MASSIMO DONNO LONTANO SQUILIBRI EDITORE Una riflessione in musica sul tempo nelle sue varie declinazioni per la quarta prova discografica di una delle espressioni più originali della scena salentina, in un progetto intimo e discreto ma con un respiro corale grazie ai numerosi ospiti tra i quali Nabil Bey, Mariella Nava, Redi Hasa, Gabriele Mirabassi, Daniele Sepe e Musica nuda. Dodici canzoni incentrate sul tema del tempo, che si declina sotto forma di distanza ed attesa: anticipato dal singolo Undici, venerdì 24 giugno per Squilibri esce “Lontano”, quarto lavoro discografico del cantautore Massimo Donno, tra le espressioni più originali della scena musicale salentina. Nel contesto di un frastagliato paesaggio meridiano, tra smaglianti pieghe di colore e più sommesse piaghe di un atavico dolore, piccole storie narrano di lavoro e solitudine, di separazioni anche forzate e di un difficile rapporto tra generazioni che vivono in modo differente il senso d’appartenenza. Le sonorità sono figlie di queste storie e di questi territori. “Lontano” evoca così sapori mediterranei senza mai ostentarli, combinandoli con profumi che arrivano dal nord dell’Africa come dalle sponde balcaniche, sulle note di un violino o anche sul soffio del vento di libeccio. Un disco intimo e raccolto che acquista un respiro corale grazie ai numerosi ospiti che hanno accolto con entusiasmo la “chiamata” di un musicista del quale apprezzano la discrezione e il garbo di altri tempi che custodiscono un’ispirazione poetica e musicale di grande originalità e di rara forza espressiva. Come opportunamente scrive Mariella Nava nelle pagine introduttive dell’elegante booklet «la riservatezza della penna delinea piano ogni curva e la voglia di penetrare l’animo graffia in un crescendo lo spartito»: in questo modo, di brano in brano, si evidenzia come si possa «fare musica con i colori», «cantare con i silenzi, le pause e i respiri dilatati», fino a «volare con ali fatte di parole» ma intrecciate a ritmi ed armonie di grande eleganza. Un balsamo per questi tempi di grande travaglio e non poco affanno realizzato con la collaborazione di Nabil Bey, Alessia Tondo, Mariella Nava, Rachele Andrioli, Redi Hasa, Gabriele Mirabassi, Ferruccio Spinetti e Petra Magoni (Musica nuda), Alessandro D’Alessandro, Marco Bardoscia, Daniele Sepe e Juan Carlos “Flaco” Biondini che, nella bonus track, canta con Donno la “Primavera di Praga” di Francesco Guccini. Completano la line up i salentini Valerio Daniele (che cura anche editing, missaggio e mastering), Giovanni Martella, Matteo Resta, Francesco Pellizzari e il quintetto d’archi formato da Luca Gorgoni, Elisa Caricato, Claudia Russo, Marco Schiavone e Davide Codazzo. Cantautore e musicista, Massimo Donno si divide tra canzone, teatro e scrittura. Dopo “Amore e Marchette” (Ululati/Lupo Editore, 2013) e “Partenze” (Visage Music, 2015), prodotto dall’organettista Riccardo Tesi, che i giurati del Premio Tenco inseriscono nella rosa dei migliori 50 album italiani dell’anno, Donno nel giugno 2017 pubblica “Viva il Re!” (Squilibri Editore/Visage Music 2017). Il disco – che ospita Gabriele Mirabassi e la cantante Lucilla Galeazzi – contiene brani tratti dai due album precedenti e alcuni inediti, riarrangiati da Emanuele Coluccia per La Banda de Lu Mbroia, un’orchestra di venti elementi. Donno – che nel 2019 ha conquistato la seconda edizione del “Premio Castrovillari d’Autore” – è tra i trentanove interpreti di “Io credevo. Le canzoni di Gianni Siviero” (Squilibri Editore), omaggio a uno dei più originali cantautori italiani, che ha conquistato la Targa Tenco 2020 come miglior progetto collettivo (ex aequo con “Note di viaggio – Capitolo 1: Venite avanti…” dedicato a Francesco Guccini). "Lontano" è il suo quarto disco da solista. Il tour di presentazione del disco partirà con cinque tappe sostenute nella Programmazione Puglia Sounds Tour Italia 2022 della Regione Puglia (POC Puglia 2007/2013 - Azione "Sviluppo di attività culturali e dello spettacolo). Donno si esibirà sabato 9 luglio al Premio Bindi di Santa Margherita Ligure (Ge) con Luca Barrotta (fisarmonica), sabato 16 luglio a Pietralunga (Pg) e domenica 17 luglio a Valsamoggia (Bo) per il Festival Crinali con Redi Hasa (violoncello), martedì 26 luglio a Castrovillari (Cs) per il Premio Castrovillari d'autore e mercoledì 27 luglio a Sila Lorica (Cs) per JazzinSila - Peperoncino Jazz Festival con Emanuele Coluccia (fiati). Massimo Donno | Lontano | Squilibri 32 pagine con foto a colori di Giuseppe Rutigliano dipinti di Benedetta Longo ISBN: 978-88-85571-65-5 | € 18 Tracklist 1 - Intro (0:18) | 2 - Lettere dal divano (3:22) | 3 - Ormai (4:12) | 4 - Lontano (4:19) 5 - Andiamo a dormire (4:12) | 6 - Liberi (4:52) | 7 - Ci salveranno le stelle (3:26) | 8 - L’attesa (3:41) 9 - Corpi nudi (4:15) | 10 - Vieni con me (4:37) | 11 - Undici (3:58) | 12 - Narici (3:22) | 13 - Dolcepelle (3:12) | Bonus track - Primavera di Praga (4:30) Testi e musiche Massimo Donno Tranne “Primavera di Praga” (Francesco Guccini) Line up Massimo Donno • chitarra acustica e voce Mariella Nava • voce in “Corpi Nudi” Rachele Andrioli • voce in “L’attesa” Alessia Tondo • voce in “Lontano” e “Lettere dal divano” Petra Magoni • voce in “Liberi” Juan Carlos “Flaco” Biondini • voce e chitarra classica in “Primavera di Praga” Nabil Bey • voce in “Ci salveranno le stelle” Daniele Sepe • sax e flauto in “Lontano” e “Lettere dal divano” Gabriele Mirabassi • clarinetto in “Corpi Nudi”, “Liberi”, “Vieni con me” e “Ormai” Redi Hasa • violoncello in “Vieni con me”, “Ormai” e “Undici” Marco Bardoscia • contrabbasso in “Corpi Nudi” Alessandro D’Alessandro • organetto in “Primavera di Praga”, “L’attesa”, “Narici” e “Corpi Nudi” Valerio Daniele • chitarra elettrica baritona, chitarra acustica, chitarra baritona in “Andiamo a dormire”, “Lontano” e “Corpi nudi” Giovanni Martella • balafon in “Lettere dal divano” Matteo Resta • mandolino in “L’attesa”, basso elettrico in “Lettere dal divano”, “Lontano” e “Primavera di Praga” Francesco Pellizzari • batteria e percussioni in “L’attesa”, “Lettera dal divano”, “Lontano”, “Primavera di Praga”, “Liberi” e “Corpi nudi” Quintetto di archi in “Andiamo a dormire” e Dolcepelle” Luca Gorgoni • primo violino Elisa Caricato • secondo violino Claudia Russo • viola Marco Schiavone • violoncello Davide Codazzo • contrabbasso Arrangiamenti Massimo Donno tranne “Dolcepelle” e “Ci salveranno le stelle” (Marco Bardoscia); “Primavera di Praga”, “L’attesa e Narici” (Massimo Donno e Alessandro D’Alessandro), Andiamo a dormire (Valerio Daniele) Registrazioni Bazù Centro Studi Musicali di Francesco Pellizzari – Giuggianello (Le) Chora Studi Musicali di Valerio Daniele – Calimera (Le) Archi - Sud Est Studio da Stefano Manca – Guagnano (Le) Organetti - Studio Catalea da Walter Laureti – Roma Editing, Missaggio e Mastering Valerio Daniele Info e contatti Squilibri editore Via Prato della Signora 15 00199 Roma 0644340148 - info@squilibri.it www.squilibri.it Ufficio Stampa Puglia Società Cooperativa Coolclub Piazzetta Cloe Elmo 10, 73100 Lecce www.coolclub.it - ufficiostampa@coolclub.it - 0832303707 Pierpaolo Lala - pierpaolo@coolclub.it - 3394313397 Cristiana Alessia Francioso - cristiana@coolclub.it – 3889311218 GUIDA ALL’ASCOLTO a cura di Massimo Donno 1 - Intro L’essenza di quanto si andrà a raccontare nel resto dell’album. Il ritornello della title track, solo voci, per introdurre il discorso della distanza, dell’attesa, dell’abbandono delle radici, del tempo. 2 - Lettere dal divano Una lettera scritta quando il viaggio che andrà a stabilire una distanza si è compiuto. Il brano è la narrazione di uno scenario sociale e lavorativo che si discosta dalle aspettative, è il racconto di un uomo che subisce l’isolamento in un tessuto sociale anonimo, difficile, aberrante. È la distanza che diventa piaga, la riflessione sul passato che si cicatrizza su un presente inimmaginato, laddove l’immigrazione non è solo numeri ma storie di vita, reali e concrete. 3 - Ormai La solitudine è un’opportunità, per chi ha il lusso di poterla scegliere, deliberatamente. Molte volte diventa lo strumento necessario, che sia imposto o meno, per ricongiungersi a sé stessi, alla propria storia, al ricordo ed alla percezione del proprio passato. Ormai sviluppa il discorso iniziato con Lettere dal divano, e porta al capitolo successivo, il brano Lontano. 4 - Lontano Il brano è il quarto capitolo di una storia che narra un percorso, una fuga obbligata. Per cosa si scappi o da cosa lo si faccia è poco importante. Focus del brano, e dell’intero concept, è piuttosto l’idea di spogliare dalla nebbia dell’anonimato e dalla freddezza delle percentuali quelli che sono i milioni di esseri umani che ogni giorno solcano il mare, la terra, alla ricerca di vita, di opportunità, di semina per nuove radici. 5 - Andiamo a dormire L’attesa è come l’acqua di mare sulle ferite, può bruciare ma può far sanare le cicatrici. Qui si parla di un amore che è in procinto di essere messo in difficoltà da una separazione. Un amore che viene avvolto dalle nubi del dubbio ma che si ritrova, provato ma solido, tra le lenzuola del silenzio, tra i resti di un’attesa superata, come baluardo ritenuto, precedentemente, insormontabile. 6 - Liberi Nel brano, il mare, nella sua fluente immobilità, è lo specchio nel quale il protagonista rivede sé stesso. Il mare prende, restituisce, avvicina ed allontana, sempre nella sua apparente staticità: è quello che fa con i pensieri del protagonista che si avvicina all’idea di ridimensionare la gestione del suo tempo, della sua attesa, della relazione con il proprio circostante, fatto di affetti, di oggetti, di spazi, di vuoti. 7 - Ci salveranno le stelle Questo brano è una preghiera laica, sussurrata alle stelle. Una preghiera in cui si tenta la comunanza di intenti tra chi ha la terra tra le mani e chi solca il cielo, una preghiera per chi vive per mare e chi di mare muore. 8 - L’attesa Si parla ancora di attesa, questa volta in un’accezione fiduciosa: è la storia di un amore che brucia e rinasce, dalle proprie ceneri. Per quanto dolore possa veicolare una transizione del genere, spesso è la sola modalità per poter ricostruire, dando acqua alle radici, ferro al cemento delle fondamenta. 9 - Corpi nudi In questo brano l’amore è allegoria della guerra. Ribaltando la prospettiva, il gioco è ancora in piedi: la guerra come una forma di amore malato, tossico, degenerato. Gli uomini, un tempo in pace e conviventi sulla stessa terra, decidono arbitrariamente di escludersi, reciprocamente, di allontanarsi con le armi dell’indifferenza, armi che assumono forme e sembianze diverse, in base alla forma dell’odio e della capacità (o incapacità) di amare. 10 - Vieni con me Un’altra lettera, colma di speranza, carica del peso dell’attesa. Una lettera che parla, velatamente, di cosa si è lasciato, e che descrive i territori, la nuova casa, la nuova veranda, le piante ed il desiderio di ricongiungimento che assume una forma nuova. Può essere un esiliato, un immigrato, un uomo in fuga: ciò che resta è l’ampiezza del sogno, tra foglie di basilico ed il sole all’orizzonte. 11 - Undici La continuazione di Vieni con me, idealmente. Undici, numero primo, richiama la speranza di cambiamento, la forza di chi aspetta, naso per aria, l’arrivo del vento, del passato che torna nel presente diventando futuro. Che sia amore, che sia terra, che sia desiderio, poco importa. Undici racconta di una distanza forzata, di un amore messo in attesa dalla scelleratezza dell’uomo che prevarica la propria storia, che si arroga il diritto di scrivere, per tutti, un destino disarmonico, buio. Ma il vento arriverà, leggero e costante: Undici racconta di questa speranza. 12 - Narici La guerra lacera la storia, aumenta la distanza tra l’umanità e le relative radici, dilata le piaghe dell’attesa, del ritorno alla vita buona, alla determinazione del proprio passo. La storia è fatta da uomini, come le guerre. Ed alla fine dei conflitti gli uomini torneranno numeri, verranno dimenticati, qualora non siano già stati ignorati da principio, i volti di chi decide le sorti dell’umanità, come anche di chi parte, suo malgrado, di chi resta, di chi subisce, di chi attende, di chi viene cancellato dalla grande lavagna del mondo. Qui il protagonista, arriva alla fuga, in bici. 13 - Dolcepelle La carezza di una ninna nanna, di una buona speranza. Lungi dall’essere solo l’augurio di una vita migliore, è piuttosto l’auspicio di maggiore consapevolezza nella direzione dei propri passi, delle proprie scelte. Il futuro è oggi, ed è in ognuno di noi. L’augurio intrinseco in questa ninna nanna, e nell’intero album, è proprio questo: cercarsi dentro la vita buona, portarla a sé, donarla, farne futuro. 14 - Primavera di Praga Un doppio atto dovuto: un omaggio a Francesco Guccini e ad una storia che andrebbe raccontata, ascoltata, ogni giorno. Un atto dovuto, per ribadire che le guerre possono anche vincerle gli stati, ma la gente no, la gente le guerre le perde sempre.
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