San Cesareo - rosa in campo azzurro

Percorsi di apertura del museo civico d'arte contemporaneo

Percorsi di apertura del museo civico d'arte contemporaneo

18/05/2025

San Cesareo - “ROSA IN CAMPO AZZURRO” Mercoledì 21maggio l’incontro con l’artista Rosamaria Francavilla Maritati e la critica d’arte Marinilde Giannandrea. Interviene Antonietta Fulvio L’appuntamento rientra nella rassegna “Il Museo parla con la città. Percorsi di apertura del Museo Civico d'arte contemporanea di San Cesario” Sala Attico del Palazzo Ducale, San Cesario di Lecce - Start ore 19 Mercoledì 21 maggio, alle ore 19, nella Sala Attico del Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce, si terrà l’incontro “Rosa in campo azzurro”, dedicato alla ricerca e alla pratica artistica di Rosamaria Francavilla Maritati e all’esperienza del Gruppo di Terra d’Otranto che, che negli anni Ottanta, fu la prima associazione femminile di indagine e pratiche espressive, caratterizzata da un forte impegno sociale e culturale, fondata dalla stessa Francavilla insieme a Rita Guido, Annamaria Massari, Marisa Romano, Pina Sparro. Dialogano con l’artista, la critica d’arte Marinilde Giannandrea, la giornalista Carla Petrachi, l’artista sonora Daniela Diurisi. Interverrà la giornalista Antonietta Fulvio, direttrice della Rivista Arte e Luoghi. Nel corso della serata si dipaneranno, così, storie e pratiche d’arte per molti versi intrecciate, e sarà l’occasione per poter affacciarsi su un’intero periodo di ricerca artistica nel Salento, lo stesso che permise ad Antonio Verri di raccontare “una stupenda generazione”, e sul concetto di metamorfosi che ha sempre attraversato la pratica d’arte di Rosamaria Francavilla. Ha scritto Marinilde Giannandrea a proposito degli abiti realizzati sviluppando la performatività e duttilità delle materie prime vegetali interpretate come tessuto e snodo ineludibile nel rapporto natura/cultura: “Sostare a Sud per Rosamaria Francavilla significa operare dentro una condizione di femminilità profonda nella quale l’essere donna ha a che fare con una ricerca che l’ha portata negli ultimi anni ad esplorare le potenzialità visive ed espressive della materia-cibo, del lavoro artigiano e della cura”. E ancora, sempre su questa ulteriore tappa di un processo partito nei lontani anni ‘70, dall’esperienza della scrittura come segno, dell’indagine sulla luce, delle sculture polimateriche concentrate sulle infinite rifrazioni luminose: “A ben vedere rinasce in questi lavori una sorta di opera d’arte totale, abito che si può mangiare e cibo che si può indossare … Si avverte con forza il richiamo alla memoria di una storia minore, quella trascurata delle donne e delle madri che ripetono da sempre i gesti quotidiani della preparazione dei cibi e della cura del corpo”. L’appuntamento di mercoledì, a cura di TempoPresente Aps e Associazione culturale Petrolio, rientra nella rassegna “Il Museo parla con la città. Percorsi di apertura del Museo Civico d'arte contemporanea di San Cesario”, nell’ambito del progetto “Da qui si vede tutta la città”, capofila Eufonia-Astràgali Teatro. “Da qui si vede tutta la città”, finanziato con risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020 e del Fondo Nazionale Politiche Giovanili e vincitrice del bando regionale “Luoghi comuni”, Programma delle Politiche Giovanili della Regione Puglia e ARTI, è un progetto di Astràgali Teatro in partenariato con AVR Lab, Laboratorio di Realtà Aumentata dell’Università del Salento, TempoPresente aps, Centro Studi Phoné, l’Associazione fotografica Tempo di Scatto, l’Associazione culturale Petrolio, in collaborazione con il Comune di San Cesario di Lecce. Ingresso libero. Per Info: Tel. 389.2105991 mail: teatro@astragali.org, www.astragali.it NOTE (a uso delle redazioni) ROSAMARIA FRANCAVILLA MARITATI Rosamaria Francavilla Maritati (Pozzuoli, 1941) vive e lavora (dopo un’importante parentesi a Bari) a Lecce, dove ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte e l’Accademia di Belle Arti. Opera in molteplici campi, dalla pittura all’organizzazione di iniziative dirette a promuovere le pratiche e la ricerca artistica sul territorio. Da sempre affascinata dal mondo dell’immaginario e del disegno dei bambini, le piace la poesia, la cultura di tradizione orale e ama raccontare storie. Nei primissimi anni ’80 fonda insieme a Rita Guido, Annamaria Massari, Marisa Romano, Pina Sparro, il Gruppo di Terra d’Otranto che fu la prima associazione femminile di indagine e pratiche espressive, caratterizzata da un forte impegno sociale e culturale. “La sua raffinata sensibilità”, ha scritto Lorenzo Madaro, “era emersa già negli anni ’80 quando le sue attenzioni verso i tessuti provenienti da tutto il mondo, le colorazioni naturali e l’aspetto installativo dell’opera d’arte avevano contraddistinto la sua operatività nel Gruppo Terra d’Otranto, un collettivo tutto al femminile che ha calcato il mondo dell’arte pugliese, e non solo, per quasi un decennio”. Nell’86 e nell’87 cura le mostre “L’immagine dell’invisibile”, “Tra passato e presente”, “Il ritorno dell’Arte” nel Castello Aragonese di Otranto, esponendo sempre negli stessi anni ’80 e ’90 a Milano, Bergamo, Brescia, Bari, Lecce, Taranto, Corato, Cavallino. Nel 1988 così la racconta Santa Fizzarotti, scrittrice e poetessa, attenta osservatrice delle pratiche d’arte: “Sul filo della dimenticanza, Rosamaria Francavilla lascia affiorare lentamente e con discrezione i frammenti di Aletheia: l’artista cattura i segreti della luce, sorvegliando sulla autenticità della materia pittorica e delle sue alchimie. La tessitura dei suoi lavori è ricca di imprevisti ed emozioni, di quei rivoli affettivi, nascosti nel territorio magmatico della storia, in attesa di essere conosciuti, svelati e vissuti”. Dal 2006 Francavilla entra nel terreno complesso e femminile del rapporto “Corpo/cibo” e con le sue opere raccoglie “l’eredità di quelle artiste che hanno fatto dell’abito corpo il tema privilegiato della ricerca e restituzione estetica” (M. Giannandrea): appassionata di cucina, raffinatissima cuoca, abile a catturare il fascino dei frutti della terra, capace di immortalare i " vegetali" nella loro bellezza più intima, facendoli diventare " abiti", taglia-cuce lentamente e tesse fette di zucchine e melanzane, foglie di carciofo, fagioli e lenticchie come altrettante pietre preziose, riso e formati di paste, gusci di mitili, che si trasformano così in tessuti, materia viva, vere e proprie nature morte tridimensionali, in evidente dialogo, tra gli altri, con la pittura dell’Arcimboldo e i suoi ritratti vegetali. Abiti preziosi che raccontano stagioni, colori, territorio e nascono dall'esigenza di condivisione del cibo radicato nel tempo e nella tradizione e recano in sé, nella scelta dei materiali utilizzati, i simboli legati alle fasi della vita come la nascita, la maturità, la fertilità. In alcuni casi vere e proprie installazioni dove alcune delle opere vengono cucinate e "si danno in pasto" ai visitatori. Una delle sue prime personali di questa esperienza di ricerca, dal titolo "Abiti di gusto", risale al 2008 (Lecce -Torre del Parco). Nel 2008 viene pubblicato il cofanetto (libro e film) “nella Casa di Borgo San Nicola con le donne, nel carcere”, esito di un percorso che a partire dal 2005 la vede impegnata in una indagine sulla condizione femminile all’interno del Carcere di Lecce_Borgo San Nicola e in un laboratorio di scrittura con le “ragazze del carcere”, realizzati con Sandra del Bene e Caterina Gerardi, nell’ambito di un progetto ideato, coordinato e curato da Caterina Gerardi. Nel 2009 (29-30 marzo) i suoi “Sapori da indossare” sono esposti a Palazzo Rospigliosi a Roma nell'ambito di una manifestazione organizzata dalla Coldiretti. In quell'occasione la mostra, unica nel suo genere, proprio per il tema affrontato (arte da mangiare) e per il modo con cui veniva trattato (quadri e sculture che prendono la forma di abiti da mangiare) suscita anche l'interesse della rete televisiva Canale 5 che le dedica una recensione accurata e completa in una sua trasmissione (30 marzo 2009). Gli abiti sfilato anche sfilato in passerella in una performance a Villa d'Este nel 2011 in occasione del X Forum Internazionale della Coldiretti. L'opera "Abito di Spighe" viene esposta nel 2010 nella galleria del Quoquo Museo del Gusto a San Cesario di Lecce creata dalla critica d’arte Titti Pece, che ha scritto al proposito: “Quando ho chiesto a Rosa Maria Francavilla, artista di cui ammiro il lavoro che va facendo da un po' di anni di trasferire nel corpo dell'arte il corpo della donna nel suo ancestrale rapporto con le cucine e con il cibo e quando ha visto la Tavola dei pani, Rosamaria senza dir nulla ha costruito un silenzioso dialogo tra il nostro mondo del pane e il suo "Abito di spighe". Di una eleganza magnifica. Vestale di Demetra e figura materna ancora vergine, come le madonne che nel medioevo nei santuari donne devote rivestivano di spighe per ottenerne fertilità”. Del suo lavoro si sono interessati molti magazine regionali e nazionali. Nel 2012 i suoi lavori sono stati esposti a Bruxelles, Parlamento europeo, nell’ambito della collettiva “Il mondo della Puglia creativa” e poi nell’Ambasciata della Repubblica Slovacca a Roma. Due sue opere sono presso UniSalento, Dipartimento Beni culturali sin dal 1977. Hanno scritto su di lei, tra le/gli altre/i, Marinilde Giannandrea, Titti Pece (suoi i testi e la cura del catalogo ROSAMARIA FRANCAVILLA Pratiche d’arte nel back stage di una cucina. Opere 2000-2011), Antonietta Fulvio, Lorenzo Madaro, L. Galante, C. Cipriani, S. Luperto, Toti Carpentieri, A. d’Elia, R. Durante, D. Faivre, F. Fanizza, S. Fizzarotti, M. Pizzarelli, A. Prete, G. Ralli, P. Restany, L. Spadaro, A.G. D’Oria. MARINILDE GIANNANDREA Putignano (BA), 1959 Vive e lavora a Putignano (BA). Laureata in Lettere con indirizzo Storia dell’Arte, ha un Master su “Formare i formatori”. Dal 1992 al 2000 ha condotto attività di formazione nei settori di “Analisi disciplinare” e “Aspetti innovativi in ambito metodologico didattico”. Dal 1986 al 2004 è stata docente di Storia dell’Arte presso L’Istituto d’Arte e il Liceo Artistico di Lecce. Dal 2005 collabora come critico d’arte con “Il Nuovo Quotidiano di Puglia” e dal 2014 con “Exibart”. Nel 2008 ha fatto parte della giuria della Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo e cura mostre di arte contemporanea tra cui le sei edizioni di Senso Plurimo, rassegna dedicata ai giovani artisti pugliesi, ospitata nei Cantieri Teatrali Koreia. Ha collaborato alla mostra Coexistence: for a new adriatic koiné per Art in Port, il progetto della Regione Puglia con la direzione artistica del Museo Pascali.

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